TERAMO – Vigilanza fissa dell’abitazione e tutela negli spostamenti del giudice per le indagini preliminiari di Teramo, Marina Tommolini? No. manco a dirlo. Doveva deciderlo il Comitato per l’ordine e la sicurezza convocato questa mattina dal prefetto Eugenio Soldà ma che non ha deciso quello che tutti si aspettavano dopo il doppio attentato incendiario nella notte tra venerdì e sabato alle auto del gip e del carabiniere De Cicco. E allora in serata, dopo la segnalazione della stessa Tommolini, verso le 9, deila presenza sospetta di un individuo nel cortile del condominio, rilevata da alcuni vicini, a improvvisare una ‘scorta’ alla collega ci hanno pensato il presidente del tribunale di Teramo, Giovanni Spinosa, il gip Giovanni Cirillo e i giudici Aldo Manfredi del tribunale di Giulianova e Armanda Servino della Corte d’Appello dell’Aquila. I sostanza si è trattato di un sit-in polemico affinchè chi ha la competenza della decisione adotti un provvedimento quasi ovvio. I giudici sono stati in strada fin oltre la mezzanotte, sono stati raggiunti anche dal comandante della compagnia di Alba Adriatica, Pompeo Quagliozzi e dal sindaco di Martinsicuro, Abramo Di Salvatore. Un primo, ma ufficioso e temporaneo, risultato l’hanno ottenuto: per stanotte una pattuglia dei carabinieri ha aumentato la frequenza dei passaggi sotto l’abitazione fino a trasformarli in un controllo fisso. In attesa che domattina il Comitato, sembra in riunione un’altra volta, decida per servizi più attenti che mirino alla sicurezza personale del giudice. Eppure sembravano andare in questa direzione anche le dichiarazioni post Comitato di questa mattina, convocato e presieduto dal prefetto Eugenio Soldà e a cui aveva partecipato anche il procuratore capo Gabriele Ferretti. “Sono state concordate le misure di sicurezza da adottare nei confronti del magistrato Tommolini – ha spiegato Soldà al termine dell’incontro – sicuramente si tratta di fatti gravi che hanno giustamente allarmato la popolazione e i rappresentanti politici del territorio, ma ora è giusto abbassare un po’ i toni. Da parte nostra cercheremo di garantire il più possibile la presenza di forze dell’ordine in quel territorio”. Per il Procuratore capo della Repubblica, Gabriele Ferretti, gli attentati intimidatori delineano appunto il “salto” compiuto dalla criminalità, che con questi gesti ha voluto lanciare messaggi chiari, e rappresentano un “segnale che preoccupa un po’ tutti, che va preso ed analizzato a dovere”. Intanto gli amministratori locali continuano a far sentire le loro voci: il sindaco di Martinsicuro Abramo Di Salvatore è addirittura arrivato a minacciare le dimissioni, mentre il consigliere comunale Massimo Vagnoni è tornato a chiedere con forza l’istituzione di un posto di polizia fisso. “Siamo un Comune di frontiera – ha detto Vagnoni – e meriteremmo più attenzione sul fronte sicurezza, invece finora abbiamo ricevuto solo risposte generiche”.
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